SCOPRI DI PIU SU Sing
Trama: per salvare il suo teatro dal fallimento, il koala Buster Moon indice una gara di talenti canori. All'appello rispondono vari personaggi con alle spalle la loro vita privata: la maialina Rosita madre stressata di 25 figli, Meena un'elefantessa adolescente che ama cantare ma è terrorizzata dal palco, Johnny un gorilla di montagna adolescente il cui padre è a capo di una banda di rapinatori, Ash un'istrice femmina che vuole formare una band con il suo fidanzato e Mike un topo bianco dagli atteggiamenti di Frank Sinatra..
Leggete varie curiosità sul film e guardate due video a fondo pagina.
Ambientato in un mondo come il nostro, ma interamente abitato da animali, Sing racconta la storia di Buster Moon, un impresario che sta per perdere il teatro che suo padre gli comprò con i sudati risparmi. Escogita una maniera di salvarlo: organizzare una gara musicale, pescando i talenti tra i dilettanti. Tra i finalisti: il gorilla Johnny che non vuole seguire le orme del babbo criminale; la maialina Rosita, ignorata dal marito e dai numerosi figli; la porcospina Ash, mollata dal fidanzato; il cinico topo crooner Mike; la timida elefantessa Meena. Il voto che vedete in alto a destra, quelle quattro stelle, è una consapevole e forse irresponsabile forzatura di chi scrive. Se si volesse valutare Sing dal punto di vista dell'appassionato di animazione, questa produzione Illumination Entertainment, la seconda in un anno dopo Pets, non terrebbe quanto la concorrenza Disney di Zootropolis o Oceania, nè avrebbe il fascino di lavori meno mainstream come Kubo e la spada magica: design standard, illuminazione semplificata, poco dettaglio degli ambienti, animazioni nella norma. La storia è il tipico riscatto dell'uomo medio che tanto piace a Hollywood, immersa nell'uso spudorato di brani musicali classici (My Way, Bamboléo) o di recente repertorio accattivante radiofonico (Katy Perry, Taylor Swift). Ma Sing si fa perdonare perché funziona. Da pazzi. Non sbaglia un colpo. Sing ricorda la strategia di Hanna & Barbera negli anni Sessanta: se punti alla simpatia, la coltivi, la ceselli, puoi glissare su una tecnica raffinata. La strategia non è lontana ovviamente da quella di Pets, ma Sing ha due plus di cui il precedente non gode: il cuore e l'uso misurato della parola. C'è qualcosa di convincente e poetico nel percorso di Buster, nel suo ottimismo a oltranza che finisce per essere contagioso, scena dopo scena, trascinandoci nella malinconia sincera quando il mondo sembrerà non dargli ragione: stereotipo o non stereotipo, la sensazione è che Jennings al film ci creda sul serio, e riesce a trasmetterlo. I dialoghi sono spiritosi, senza ricorrere a urla e botta & risposta sovraccarichi, dando il tempo di decifrare le personalità di questo solare zoo. Il ritmo è omogeneo, il climax è perfetto, e con difficoltà si contengono i bimbi danzanti in sala: con difficoltà, perché un po' avremmo voglia di ballare anche noi. Inutile sottolineare che c'è tanta musica e tante canzoni, ma il modo in cui sono inserite e valorizzate dalla trama non dovrebbe infastidire storce il naso davanti ai musical, perché di fatto non si tratta di un film di tal genere. Si tratta in definitiva di una tracklist notevole, che comprende brani come Under Pressure e Venus, I'm Still Standing e Don't You Worry 'bout a Thing, Hallelujah e My Way, assicurando varietà e qualità.